Perdona a noi, come noi perdoniamo

PERDONA A NOI COME NOI PERDONIAMO
Omelia sul Vangelo della ventunesima domenica dopo Pentecoste.

"Mio Dio, perdona a noi, come anche noi perdoniamo". Il buon Dio perdonerà solo a coloro che avranno perdonato: è la regola evangelica. Ci sono quelli che spingono la loro stupidità fino al punto di non pronunciare questa parte del Pater: come se Dio non vedesse il fondo dei loro cuori, ma badasse solo ai movimenti della lingua!

I santi non nutrono odio, non hanno veleno; essi perdonano tutto, e pensano sempre di meritare molto di più per le offese che hanno fatto al buon Dio. Ma i cattivi cristiani sono vendicativi. Dal momento che odiamo il nostro prossimo, Dio ci rende quell'odio: è come una freccia che ritorna contro noi stessi (traduzione congetturale: il testo originale è oscuro; n.d.a.). Dicevo un giorno a qualcuno: "Forse che tu non vuoi andare in cielo, dal momento che non vuoi vedere quell'uomo? -Oh! si... ma cercheremo di stare lontani l'uno dall'altro, per non vederci". Ma non avranno questo fastidio, poichè la porta del cielo è chiusa all'odio. 

Nel cielo non vi può essere rancore.Per questo, i cuori buoni e umili, che ricevono le ingiurie e le calunnie con gioia o con indifferenza, cominciano il loro Paradisoinquesto mondo, mentre quelli che conservano il rancore sono infelici; essi hanno la fronte corrugata, e gli occhi che sembrano voler divorare tutto.

Ci sono persone che, dietro un'apparenza esteriore di pietà, si abbattono per la minima ingiuria, per la più piccola calunnia... Si può essere anche dei santi che fanno miracoli, ma se non si ha la carità non si andrà in cielo. Un religioso, che era in punto di morte, e che aveva trascorso una vita ordinaria, che non si era affatto dedicato a grandi austerità, si sentiva tuttavia tranquillo. Il superiore gli manifestò il proprio stupore. Quel religioso rispose: "Ho sempre dimenticato tutte le ingiurie che mi hanno fatto; ho perdonato con tutto il cuore; spero perciò che il buon Dio perdonerà a me".
Il modo migliore di ribaltare il demonio, quando ci suscita pensieri di odio contro coloro che ci fanno del male, è quello di pregare subito per la loro conversione.

Ecco come si arriva a vincere il male col bene, ed ecco come fanno i santi. Ma quei cristiani solo "d'immagine", non vogliono sopportare nulla; tutto li sconvolge; essi rispondono alle parole pungenti con altre parole pungenti. Quando siamo sul punto di scatenarci, vomitiamo il nostro odio. Il nostro cuore diventa come un serbatoio pieno di veleno, che siamo sempre pronti a scaricare su coloro che ci sono più vicini.

E' l'amor proprio che ci fa credere di meritare soltanto le lodi, mentre dovremmo ricercare unicamente le ingiurie, che ci sono dovute.
- Ma io sono innocente, dirai tu, non merito di essere trattato in questo modo.
- Tu non lo meriti, forse per quello che hai fatto oggi, ma lo meriti per ciò che hai fatto ieri. Lo meriti per gli altri tuoi peccati, e dovresti ringraziare il buon Dio che te li fa espiare.
Il demonio lascia molto tranquilli i cattivi cristiani; nessuno si occupa di loro; ma quanto a quelli che si comportano bene, egli suscita contro di loro mille calunnie, mille oltraggi. E ciò diventa una sorgente di grandi meriti...

Nel paese in cui ero vicario, c'era una persona che si occupava di sistemare delle povere giovani. Accadeva spesso che venissero a farle dei rimproveri; allora ella si umiliava sempre, prendeva tutto dal lato buono, e faceva le sue scuse. Poi si diceva di lei: "Oh! quella è una santa!". E infatti i santi fanno così. E' questa la vera devozione... E' ciò che succedeva a san Giovanni di Dio, che si faceva passare per pazzo. 

Quando scrissero al superiore dell'ospizio di stare attento, perchè aveva come ospite un santo che si faceva passare per folle, il superiore gli fece le sue scuse, e il santo ebbe solo un rammarico, quello di essere stato riconosciuto e di non dovere più subire le umiliazioni, le percosse e i farmaci disgustosi adatti alla sua pretesa malattia, tutte cose nelle quali egli ubbidiva a tutta prova.

Una donna il cui figlio era stato preso dai barbari, era andata da un sacerdote per confidargli il suo dispiacere. Non avendo nessun mezzo per riscattare il prigioniero, il buon missionario rimase molto imbarazzato. Dopo aver riflettuto un istante, disse a quella povera madre: "Vado io a prendere il posto di tuo figlio: vendi me per riscattarlo". Ella non voleva, ma vinta dall'insistenza del missionario, accettò. Il figlio venne reso a sua madre, il missionario divenne schiavo dei Turchi, che non gli risparmiarono i cattivi trattamenti. 

Costui aveva di certo la perfetta carità: egli preferiva il suo prossimo a se stesso. Noi, al contrario, siamo infastiditi dalla felicità degli altri (la carità perfetta consiste non solo nell'amare il prossimo "come se stessi", ma nell'amarlo "più di se stessi", secondo il comandamento nuovo di Gesù; n.d.a).

Se si loda un vostro amico, ma non si dice nulla di voi, voi ne siete contristati. Se vedete qualcuno che si sia convertito e che faccia rapidi progressi nella virtù, e che in poco tempo sia arrivato ad un alto grado di perfezione, voi provate una certa pena, vedendovi superati da lui. Se lo si loda, ne provate dispiacere, e dite: "Oh! ma lui non è stato sempre così. Era come gli altri. Ha commesso la tale colpa, e poi quell'altra". Tutto questo deriva dall'orgoglio. E non vi è nulla così contrario alla carità, quanto l'orgoglio: sono come l'acqua e il fuoco.

Il buon cristiano non è così, figli miei; lo si paragona a una colomba, perchè non ha alcun veleno; egli ama tutti: i buoni, perchè sono buono, i cattivi, per compassione, poichè spera che, amandoli, li renderà migliori, e perchè vede in essi delle anime riscattate dal Sangue di Gesù Cristo. Egli prega per i peccatori e dice a Nostro Signore: "Dio mio, non permettere che queste povere anime periscano!". E' così che si arriva in cielo. Invece, coloro che credono di valere qualcosa, perchè fanno certe pratiche di pietà, ma che sono costantemente in preda alla gelosia, all'odio, si troveranno del tutto sprovvisti, nell'ultimo giorno.

Noi dobbiamo odiare soltanto il demonio, il peccato e noi stessi.
Dobbiamo avere la carità di sant'Agostino, che gioiva quando vedeva qualcuno molto saggio: "Almeno, diceva, eccone uno che compensa il buon Dio del mio scarso amore".

Un uomo di qualità incontrò, attraversando il bosco, l'assassino dei suoi genitori; egli si era più volte ripromesso di vendicarsi; vedendolo, estrae la sua spada. Ma subito l'altro gli si getta alle ginocchia e gli dice: "Per amor di Dio, perdonami!". Sentendo il Nome di Dio, quell'uomo non potè colpire; rimise la spada nel fodero e disse: "Io ti perdono". L'indomani fu in una chiesa e disse al buon Dio: "Mi perdonerai Tu, dunque, perchè io ho perdonato?" C'era là una grande statua di Cristo che inclinò la testa in segno di consenso.

Un uomo che era stato condotto in prigione, accusato ingiustamente di aver sottratto del bestiame, si disperava. Un angelo gli apparve e gli disse: "E' vero, non sei colpevole del furto di cui ti si accusa, ma non ricordi che quella volta tu avresti potuto estrarre dall'acqua quell'uomo che stava annegando? Ma non l'hai fatto. E' per questo che oggi stai soffrendo".